ESTETICA DEL COLLO NOVITA' PER LA CHIRURGIA
Molti di quelli che avrebbero voluto liberarsi delle rughe del collo e
del doppio mento finora preferivano tenersi il loro in estetismo
piuttosto che sottoporsi al lifting tradizionale, intervento complesso e
piuttosto incruento. Adesso però c’è una nuovissima e interessante
alternativa: un’intelligente applicazione delle tecniche di
videochirurgia, messa a punto da un chirurgo padovano, che consente di
ringiovanire collo e mento senza l’uso del bisturi. Si fa tutto in
un’ora e mezza, senza operazioni impressionanti, con tre soli taglietti
invisibili. I risultati definitivi si hanno in due settimane e non
rimangono cicatrici.
Il lifting come si sa, può salvare molte
situazioni di invecchiamento del viso, ma non è certo un intervento da
prendere sottogamba: prevede un vasto e traumatico scollamento della
pelle della faccia. Il che, oltre a essere di per sé impressionante,
comporta spesso comporta spesso qualche complicazione, anche se transitoria: cute un po'
tirata, perdite e attenuazioni della sensibilità in qualche zona e
altro ancora. Certo, si tratta di tecniche sicure se ben eseguite, ma è
comprensibile che molti potenziali pazienti, vistane l’invasività, il
delicato e non breve decorso post-operatorio e il resto, esitino ad
affidarsi al chirurgo per questo intervento.
Ora, però, anche in
questo campo cominciano ad affiancarsi i vantaggi derivanti dalla
rivoluzione della videochirurgia mini-invasiva.
I lettori sanno di
che cosa stiamo parlando. Cominciò nel 1987 il dottor P. M. con la prima
colecistectomia laparoscopica: mediante l’introduzione nella cavità
addominale, attraverso un forellino, di una microscopica telecamera a
stilo e di appositi strumenti chirurgici videocomandabili, il chirurgo
francese effettuò l’asportazione della cistifellea calcolosa, procurando
al paziente solo alcuni taglietti, quando invece col tradizionale
metodo «a cielo aperto» sarebbe occorsa una lunga incisione.
Da
allora, una nuova pratica «endovideo», affinatasi nella strumentazione
tecnica e nelle procedure, si è dimostrata adatta per numerosi
interventi di chirurgia addominale, toracica e vascolare, apportando
notevoli vantaggi operatori e post-operatori: riduzione del trauma
chirurgico, del dolore, della degenza, delle complicanze infettive e,
come si è detto, delle cicatrici.
La nuova tecnica, per sua natura,
ha adesso trovato campo di applicazione nella chirurgia estetica.
Infatti, la garanzia che il trauma operatorio e le conseguenze
post-operatorie sono riducibili al minimo diventa determinante nel far
decidere un intervento – un intervento che deve dare proprio bellezza,
non problemi – dei pazienti che stiano valutando la possibilità di
sottoporvisi o meno.
Una delle prime proposte di applicazione
«endovideo» alla chirurgia estetica riguarda il lifting facciale.
L’intervento di cui parliamo e che il suo ideatore, il chirurgo estetico
padovano dottor Masino Scutari, chiama lifting cervicale mininvasivo
videoassistito,ha come obbiettivo l’eliminazione degli elementi che
concorrono all’invecchiamento appunto della cervice, cioè del collo: le
rughe e il rilasciamento della muscolatura, che progredendo arriva a
provocare il doppiomento.
«La mia proposta alternativa al lifting
tradizionale», afferma il dottor Scutari, «è molto semplice dal punto di
vita procedurale e scaturisce un’ovvia constatazione. Come si sa, anche
nel lifting “classico” ottenere il risultato di snellire, sostenere e
mantenere nel tempo liscia ed elastica la parte non dipende
dall’estensione della parte resecata e da quanto viene tirata quella che
resta, ma piuttosto dalla corretta messa in tensione della muscolatura
sottostante.
Allora,poiché si tratta di agire sulle strutture
muscolari, l’intervento di tipo endoscopico non solo è possibile ma
anche più indicato. Infatti, con gli endo-strumenti telecomandati la
trazione della muscolatura può essere effettuata e resa stabile mediante
plicaggio del tessuto muscolare lavorando dall’interno, direttamente
nello spazio sottocutaneo ottenuto staccando la pelle dal piano
muscolare. Senza quindi dover esporre la superficie su cui si lavora
come si fa nell’intervento tradizionale. Questo, insomma, il vantaggio
più importante del lifting videoassistito: ricorrendo esso stesso alla
procedura sperimentata e codificata dell’intervento tradizionale
(scollamento della pelle e trazione del muscolo), ottiene gli stessi
duraturi risultati, ma senza cicatrici. Infatti comporta soltanto tre
piccole incisioni (lunghe un centimetro e mezzo ciascuna), situate
oltretutto in posizioni che le rendono mimetizzabili, cioè dietro
l’orecchio». In pratica il chirurgo, grazie alla «videoassistenza», può
fare tutto attraverso queste tre piccole incisioni, con numerosissimi
vantaggi per il paziente, oltre all’ assenza di cicatrici.
«Operando
“al coperto”», prosegue il dottor Scutari, «anche il rischio di lesione
di strutture nervose può essere considerato inesistente, in quanto
l’apposito video-stumentario permette un’ottima visione intraoperativa
di tutti i particolari, e quindi garantisce una notevole precisione
chirurgica.
Infine, assieme a un eccellente risultato estetico,
rispetto al lifting a “cielo aperto” è ragionevole attendersi pure un
minore dolore post-operatorio e una riduzione delle infezioni, data la
minore manipolazione ed esposizione durante l’intervento. Gli svantaggi –
si spera solo contingenti – del lifting videoassistito, invece, sono
essenzialmente rappresentati da una maggiore durata dell’operazione e
dai costi elevati: la metodica, infatti, richiede strumenti sofisticati
e,soprattutto, una consolidata esperienza chirurgica sia di lifting
facciali sia di interventi endoscopici. In ogni caso, presentando in
ambito scientifico la mia tecnica di video-lifting cervicale, ho potuto
affermare, anche se l’esperienza è ancora limitata e necessita di
ulteriori conferme, che mediante la chirurgia videoassistita applicata
al lifting facciale è già oggi possibile ottenere buoni risultati». A
noi, quindi, non resta che mostrare il dottor Scutari all’opera,
consentendo ai nostri lettori di seguire le fasi essenziali di uno dei
suoi interventi di video-lifting.
Prima di tutto, presentiamo la
paziente, la signora R., di 46 anni,che ha accettato di farsi
fotografare prima, durante e dopo l’intervento. La paziente è già stata
«disegnata» con la mappa-guida del chirurgo: una freccia indica il senso
della trazione da imporre al platysma, quel muscolo sottile e largo che
riveste il mento ed è responsabile del raggrinzamento della cute del
collo e dell’abbassamento della mandibola. Nella casistica delle
alterazioni cervicali la condizione della signora R. corrisponde alla
classe II, che, assieme alla III, è quella in cui di hanno i migliori
risultati, col video-lifting: il suo profilo è infatti caratterizzato da
la siccità cutanea e muscolare cervicale.
Tra gli strumenti del
lavoro chirurgico, il posto d’onore spetta alla «videocamera», composto
da una testina con adattatore di collegamento e da un’ottica di 2,5
millimetri di diametro e 35 millimetri di focale. Comincia il
video-lifting. Trattandosi di un’operazione su entrambi i lati del viso,
il dottor Scutari inizia con il trattare la parte destra del volto
della paziente.
Effettuata l’anestesia locale (lidocaina con
adrenalina) e la sedazione (propofol in infusione continua), il chirurgo
pratica le tre piccole incisioni necessarie per introdurre telecamera e
strumenti chirurgici tra la cute e la fascia muscolare.
Ora, il
chirurgo comincia a praticare, attraverso le incisioni, lo scollamento
della cute dalla fascia muscolare corrispondente alla parte
cervico-malare, cioè relativa al collo, alla guancia e allo zigomo. La
parte preliminare dello scollamento viene effettuata con un apposito
strumento, guidato «al buio» dalla mano esperta del chirurgo lungo la
linea divisoria dei due tessuti da scollare. In pratica,il dottor
Scutari, mediante un accorto movimento di vai e vieni, crea dei piccoli
tunnel che hanno come pavimento il muscolo e come volta il derma.
Utilizzando tutti e tre i punti d’ingresso creati con le incisioni, la
cannula forma una rete di canali intersecati tra loro. A questo punto,
il dottor Scutari passa alle rifiniture, cioè al taglio delle “paretine”
e delle “colonnine” dei vari canali rimaste in piedi (briglie di
aderenza), prima mediante una forbice smussa e poi con l’assistenza
della videocamera. L’inserimento della fonte luminosa illumina il campo
operatorio alla telecamera, che permette al chirurgo di vedere sul
monitor dove e come recidere con precisione, mediante un’endo-forbice, i
residui delle briglie di aderenza.
Completato lo scollamento,
occorre iniettare della semplice soluzione fisiologica. È necessario,
prima di tutto, per tenere pulita l’area formatasi a seguito dello
scollamento dei tessuti e così mantenere ottimale la visione del campo
operativo. Serve, inoltre e sopratutto, per creare la cavità necessaria
al lavoro chirurgico. Allo stesso modo dell’anidride carbonica dei
video-interventi addominali o toracici, qui tocca appunto alla soluzione
fisiologica dilatare lo spazio sottocutaneo, in modo da creare il campo
operatorio necessario ai movimenti degli strumenti chirurgici, che ora
si stanno apprestando alla fase – tutta video-assistita – della trazione
e della tenuta in tensione del platysma. Di procede così – operando
esclusivamente assistiti dalla telecamera che riporta le endo-immagini
sul monitor – alla identificazione del margine laterale del platysma
sotto l’angolo della mandibola, usando un endo-strumento speciale (pinza
di Allis modificata), che “riconosce” il muscolo dalla sua
disponibilità a farsi trarre all’indietro. Sempre tenendo in trazione il
platysma con la pinza, il chirurgo passa al «plicaggio», cioè
all’applicazione mediante un porta-aghi di diversi punti di sutura dal
margine laterale del platysma alla fascia muscolare posteriore
all’orecchio (fascia dello sternocleideo-mastoideo nel senso
cranio-caudale), ripristinando così l’armonia della curva mandibolare.
Effettuato il «drappeggio cutaneo», cioè il modellamento manuale della
cute nella parte, da questo lato del volto l’intervento è terminato.Ora
tocca all’altro: in tutto ci sarà voluta circa un’ora e mezzo. Dopodiché
vedremo se la signora R. è tornata ad avere un profilo da cigno.
L’intervento
è stato davvero “dolce”. Durante tutto il tempo, essendo sotto
anestesia locale e non sentendo alcun dolore, la signora R. ha ascoltato
la rilassante musica diffusa in sala operatoria. Ha seguito incuriosita
sul monitor le fasi dell’operazione. Si è lamentata anche: ma solo per
essere costretta a stare sempre nella stessa posizione. A un certo punto
ha pure chiesto conferma del fatto che, per fare le incisioni, non
avevano dovuto tagliarle i capelli. In fine, terminato il video-lifting
ed effettuate le necessarie medicazioni, se ne è andata a casa. Proprio
così, un drenaggio e una benda per 24 ore, medicazioni per due o tre
giorni, risultato definitivo dopo due settimane. Ecco, dunque,
dell’efficacia del video-lifting del dottor Scutari. Il giudizio della
signora R. sta nel suo sorriso.
TUTTE LE FASI E LE FORME DEL DOPPIO MENTO:
Classe I: minima deformità – l’angolo della mandibola è normale e il muscolo platysma ha un buon tono.
Classe II: rilassamento della cute del collo – non c’è accumulo di grasso né scadente tono del platysma.
Classe III: accumulo di grasso.
Classe IV: accentuazione muscolare, massima a riposo o su contrazione.
Classe V: retrognazia (posizione errata della mascella all’indietro) congenita acquisita.
Classe VI: osso ioide basso, con conseguente deformità nella parte media del collo.
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