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giovedì 11 ottobre 2012

NAIL BAR


 

NAIL BAR
Una tendenza partita dagli USA che sta spopolando in tutta Europa



IL CONCETTO DI NAIL BAR
Nel panorama metropolitano di città come Londra, Parigi e New York, i nail bar sono abituali e diffusi come i nostri negozi di parrucchiere. L’abitudine di prendersi cura delle proprie mani e dei propri piedi, in un ambiente molto più simile ad un confortevole pub che ad un centro estetico, è ormai radicata da decenni nella mentalità dei nordeuropei e degli americani. Il nail bar è un centro estetico che si occupa di cura ed abbellimento delle unghie, utilizzando spazi ed ambientazioni molto simili a quelli dei locali in cui si favorisce la socializzazione. Tutto nel nail bar  è concepito per mettere a proprio agio la cliente, cominciando dalla disposizione delle postazioni, non più isolate ma disposte allineate vicino ad un bancone, il bar appunto. La convivialità non è ovviamente un obbligo, ma c’è una fortissima probabilità di accrescere le proprie conoscenze, di scambiare idee, opinioni, gusti con le onicotecniche e anche con le “colleghe” clienti. Benessere fisico e comunicazione sono i due poli di attrazione del concetto di nail bar

Come aprire un nail bar
Sarebbe più corretto dire “dove iniziare”. La scelta del luogo (la cosiddetta location) in cui far nascere un nail bar  è una mossa preliminare, ma è talmente importante da poter risultare quella vincente. L’afflusso spontaneo di nuovi clienti dipende spesso da una posizione felice, che possa incuriosire e “catturare” anche un passante casuale. Una zona centrale della città, una via trafficata, un locale particolarmente suggestivo, sono le location da preferire quando l’intenzione di aprire un nuovo nail bar diventa più concreta. Un principio valido è quello di “farsi trovare”, piuttosto che andare a cercare la clientela. Un bel risparmio per gli investimenti in pubblicità!
Il passaggio successivo, una volta trovato il luogo idoneo per il centro, è creare l’ambiente adatto. L’atmosfera di un locale si crea soprattutto con l’impalpabile senso dell’accoglienza, della gentilezza e del relax, beni che per fortuna non si possono trovare su nessun catalogo. In ogni caso, la scelta di un arredamento elegante e qualitativo è gratificante per l’immagine dell’azienda ma, soprattutto,  rende la permanenza della cliente piacevole e rilassante.
Un architetto o un interior designer è la persona giusta per organizzare lo spazio, in funzione della struttura e dell’aspetto del locale. È sempre bene non improvvisarsi architetti di fortuna o apprendisti stregoni per arredare un centro estetico. Inoltre la distribuzione degli elementi d’arredo e dei macchinari tecnici  deve avvenire in stretta osservanza delle leggi vigenti, per cui è necessario curare al dettaglio questo aspetto nient’affatto secondario.
Il fulcro del nail bar è ovviamente il bancone, lungo il quale si dispongono le varie postazioni per i trattamenti alle unghie. Attorno al bancone prenderà forma tutto il centro. Ogni particolare, dai colori, ai materiali, alle luci, deve essere approntato per favorire il comfort e l’agio della cliente, senza però sacrificare la sua sicurezza e quella delle operatrici. 


NORMATIVA
Oggi in Italia non esiste una normativa che definisca con precisione l'attività di onicotecnica. Questa situazione crea una serie di dubbi soprattutto se la si rapporta alla professione più disciplinata di estetista. La legge 1/90 regola da tempo l'attività di estetista, stabilendo nell'articolo 1, che "l'attività di estetista comprende tutte le prestazioni ed i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano il cui scopo esclusivo o prevalente sia quello di mantenerlo in perfette condizioni, di migliorarne e proteggerne l'aspetto estetico, modificandolo attraverso l'eliminazione o l'attenuazione degli inestetismi presenti".

In tutti gli articoli della legge, la professione di onicotecnica non viene mai citata probabilmente in quanto nel 1990 era una attività ancora agli albori e quasi sconosciuta. Adesso però, dopo tanti anni, l'onicotecnica è in piena crescita e la sovrapposizione con la professione di estetista crea confusione ed incertezza, soprattutto tenendo conto delle differenze esistenti tra i due settori.

Il maggiore dubbio riguarda la qualifica professionale di onicotecnica che non ha gli stessi requisiti rigidi sanciti dalla legge. Non è ancora chiaro se chi opera nel campo dell'onicotecnica debba essere necessariamente prima un'estetista. Attualmente tutto è affidato ad una elastica interpretazione delle norme vigenti e alla sensibilità autonoma di ciascun tribunale chiamato ad intervenire.
Alcuni tribunali hanno stabilito che "l'attività di applicazione delle unghie non presuppone l'esistenza di inestetismi, ma ha piuttosto carattere decorativo..." . E' evidente che non esiste nessun elemento oggettivo che invece è presente nella regolamentazione dell'attività di estetista, per cui l'onicotecnica è dichiaratamente diversa e non necessita del percorso abilitativo riservato alle estetiste. L'onicotecnica non è un'estetista.
Purtroppo questa interpretazione non è valida in tutta Italia, per cui nelle Regioni in cui l'onicotecnica è parificata all'estetista, è necessaria una abilitazione professionale, pena pesanti sanzioni amministrative. Nelle Regioni che diversificano le due professioni, per esercitare l'attività di onicotecnica è sufficiente l'autorizzazione del Comune e della Camera di Commercio, senza l'obbligo di frequentazione di una scuola per estetista.

Alcuni esempi di realizzazioni di franchisig esteri :

















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