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lunedì 23 gennaio 2012




 




SEMPLIFICAZIONE PER LE AZIENDE DEL BENESSERE

Recepite, all’interno del cosiddetto “Decreto Salva-Italia” le richieste di Confartigianato in ordine allo smaltimento dei rifiuti pericolosi infettivi per le imprese del comparto del benessere.
Il Decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201, convertito nella Legge 22 dicembre 2011 n. 214 prevede, infatti, che le imprese ed i lavoratori autonomi esercenti le attività di estetista, acconciatore, trucco permanente e semipermanente, tatuaggio e piercing che producono rifiuti pericolosi a rischio infettivo possono trasportarli, in conto proprio, per una quantità massima fino a 30 chilogrammi al giorno, sino all'impianto di smaltimento tramite termodistruzione o in altro punto di raccolta, autorizzati ai sensi della normativa vigente.
Di particolare importanza risulta la decadenza dell’obbligo di compilazione dei registri di carico e scarico dei rifiuti nonché dell'obbligo di comunicazione al Catasto dei rifiuti (tramite il MUD), che si intendono assolti attraverso la mera compilazione e conservazione, in ordine cronologico, di copia dei formulari di trasporto, già peraltro prevista dal Decreto Legislativo n. 152/2006.
“Accogliamo con grande soddisfazione” commentano il Presidente di Confartigianato Benessere Lino Fabbian e la  Presidente degli Estetisti di Confartigianato Anna Parpagiolla  “questo primo positivo riscontro all’impegno profuso dalla Confederazione nei confronti della semplificazione in materia ambientale, sia pure limitatamente ad uno specifico ambito merceologico e relativamente ad una particolare tipologia di rifiuti pericolosi”.
Si continua a lavorare al fine di individuare le migliori soluzioni relativamente agli altri rifiuti prodotti, soggetti al Sistema di tracciabilità elettronica SISTRI, la cui data di avvio dell’operatività per le imprese fino a 10 dipendenti non potrà essere antecedente al giugno 2012.
 “E’ una battaglia portata avanti con convinzione dalla nostra Categoria” aggiunge Fabbian “e nei prossimi mesi continueremo a collaborare fattivamente con il competente ufficio confederale affinchè le imprese del benessere  vengano definitivamente escluse da tali adempimenti”.
Roma, 12 gennaio 2011

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