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sabato 23 giugno 2012


Giro di vite sui parrucchieri cinesi
limiti di orario e controlli continui

Il Comune studia regole severe: "Un responsabile tecnico sempre presente in negozio"


Giro di vite del Comune sui negozi di parrucchieri e di estetica. Con l’obiettivo, non dichiarato ma abbastanza scoperto, di mettere un freno all’apertura “selvaggia” di nuovi esercizi, soprattutto da parte di imprese straniere — al primo posto cinesi — accusate di concorrenza non proprio leale (almeno per i prezzi) nei confronti di quelle milanesi.

I funzionari della commissione tecnica di Palazzo Marino che si occupa degli esercizi commerciali hanno incontrato i rappresentanti dell’Unione artigiani per presentare la bozza di regolamento con le nuove e più severe norme che, dopo i passaggi in giunta e in consiglio comunale, dovrebbero essere presto approvate. Prima fra tutte, l’equiparazione dei centri massaggi e benessere ai saloni di estetica e parrucchieri, con tutto il corollario di regole più severe della categoria. Ma tra le norme ci sarà anche l’obbligo per il responsabile tecnico di essere presente per tutto il giorno in negozio.

La stretta sugli orari dipenderà invece da una ordinanza ad hoc del sindaco, che imporrà limiti soprattutto di sera. Spetterà ai vigili verificare, in base a cartelli ben visibili sulle vetrine, se il negoziante sta lavorando fuori orario e infrangendo la legge. Sempre i vigili dovranno verificare che i locali rispondano alle norme igieniche, mentre si farà particolare attenzione alle Dia, le dichiarazioni di inizio attività, l’unico passaggio oggi richiesto ai nuovi commercianti: il regolamento imporrà che ad ogni Dia corrisponda un solo punto vendita (con, di conseguenza, un responsabile tecnico per ogni attività).

Per chi non dovesse rispettare le nuove norme, il Comune sta studiando multe più elevate e un maggior rigore nei giorni di sospensione della licenza per mancanza dei requisiti igienici e di sicurezza (da 30 a 90 giorni, e fino alla chiusura). E un osservatorio permanente monitorerà la situazione, con un occhio particolare alle nuove aperture: rispetto al 2009 le nuove insegne sono 19 (2.180 in totale), ma mentre calano quelle italiane, aumentano le straniere (da 213 a 252), soprattutto quelle cinesi (da 69 a 99). «Il mio auspicio è che per fine anno si arrivi all’entrata in vigore del regolamento — commenta Marco Accornero, segretario generale dell’Unione artigiani — Con questo impegno il Comune potrà fronteggiare meglio il fenomeno delle illegalità che abbiamo più volte denunciato».



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